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La Storia

Le origini del Liceo classico “Giovanni Maria Dettori” di Cagliari risalgono, sia per la sede sia per l’istituzione, al Real
Collegio di S. Teresa, fondato nel 1852 sulle ceneri dell’antica scuola tenuta dai Padri Gesuiti nella loro Casa Professa, situata nell’attuale piazza Dettori del quartiere della Marina a fianco della chiesa tardoseicentesca di S. Teresa d’Avila (divenuta nel 1883 sede dell’Archivio di Stato e poi, dal 1953, auditorium comunale). Dopo la espulsione dei Padri della Compagnia di Gesù, avvenuta nel 1848, infatti, la scuola fu riaperta a cura della Regia Università e ricominciò a funzionare regolarmente.
La Legge Casati (13 novembre 1859, n. 3725), riformando la pubblica istruzione, consentì l’istituzione del Regio Liceo e del Regio Ginnasio di S. Teresa, che in base al R. Decreto 4 marzo 1865 assumeva il definitivo nome di Liceo “Dettori”, che conserva tuttora.
L’intitolazione a Giovanni Maria Dettori (1773 – 1836), docente di teologia morale nell’Università di Torino, apparve quasi polemica, considerato che la Compagnia di Gesù aveva avversato le idee dello studioso, stimato invece da un illustre italiano come Vincenzo Gioberti.
L’edificio già appartenuto ai Gesuiti, nonostante le modifiche e le riparazioni successive, appariva intanto sempre più angusto : anche per la “ginnastica” occorreva utilizzare spazi esterni, di volta in volta individuati fuori dal quartiere di Villanova o vicino alla collina di Bonaria (in realtà si trattava di esercizi di tipo paramilitare, con l’ausilio di carabine con baionette, sciabole e spade, regolarmente richieste a più riprese tra il 1871 e il 1898.
Il numero di aule era insufficiente a contenere il notevole numero di studenti frequentanti: addirittura due classi dovevano girovagare per l’istituto, occupando di ora in ora le aule eccezionalmente libere.
Nel 1912 su progetto dell’ingegnere comunale Giuseppe Costa (autore, tra l’altro, del Bastione di Saint Remy), l’edificio era stato sopraelevato di un piano in corrispondenza del preesistente gabinetto di fisica, ma il continuo aumento di allievi rendeva sempre più pressante la necessità di una nuova sede.
Nel novembre 1919, ad un anno dalla conclusione della prima guerra mondiale, il Comune attribuì l’incarico per il progetto all’ing. Lorenzo Leone, ma senza indicare un’area che soltanto qualche mese dopo venne individuata nel vico Sassari, poco lontano dalla piazza del Carmine. Per diversi anni, sia la precarietà dell’istituto comunale, in bilico tra commissario prefettizio e podestà, sia la crisi economica generale, sia alcune controversie impedirono a questo e ad altri progetti di andare avanti, ma in seguito alla riforma Gentile (1923) che fra l’altro istituiva il liceo scientifico, si riprese l’attività progettuale in ambito scolastico anche per il liceo classico.
Dopo il naufragio del progetto commissionato nel 1919, del quale non esiste comunque traccia, occorre giungere al 1933 per una nuova iniziativa che prevedeva la costruzione di un edificio in un’area privata all’angolo tra le vie Satta e Iglesias (oggi via Grazia Deledda).

Il progetto, affidato questa volta al Provveditorato alle Opere Pubbliche, venne predisposto dall’ingegnere Bruno Cipelli, ma la vicenda si concluse in modo negativo nel 1938, quando la trattativa tra il Comune e i privati si interruppe, pur con la raccomandazione a questi ultimi di non alienare l’area interessata per una possibilità di accordo futuro!
L’edificio è noto attraverso il progetto che mostra una costruzione con un fronte amplissimo, bucato da 14 aperture in ciascuno dei tre piani, ritmati da paraste che suddividono la facciata in diverse parti. Le finestre, ora trifore, ora ad una sola luce, sono in genere architravate, mentre gli ingressi sono ad arco.
Il fabbricato è completato nelle parti estreme da torrette a tre luci che lo sovrastano e lo chiudono simmetricamente. E’ un edificio in stile eclettico nel quale convergono tutte le convenzioni di un’architettura giunta ormai a ripetere stancamente e in modo magniloquente forme e modi storicisti risaputi, nonostante l’esecuzione dei disegni riveli un professionista attento e capace (già autore di interessanti costruzioni come il Palazzo delle Poste di Sassari e di altre a Olbia, a Cagliari e ancora a Sassari.
Tra il 1933 e il 1939, intanto, si dovettero affittare a più riprese appartamenti privati, situati nei palazzi Doglio, in via Logudoro, e Picchi, in viale Trieste, certamente poco adatti alle esigenze di una scuola.
La seconda guerra mondiale costringeva ad affrontare nuovi problemi, anche di sicurezza, culminati nelle lunghissime vacanze natalizie durate dal 20 dicembre 1942 al 15 febbraio 1943. I successivi bombardamenti aerei del 17, 26 e 28 febbraio 1943, che colpirono la città mietendo migliaia di vittime civili e demolendo edifici monumentali e case private, determinarono la sospensione delle lezioni dal 27 febbraio.
La gran parte di studenti e docenti si riversò nei molti paesi della Sardegna che accolsero gli “sfollati” del capoluogo, ma frattanto si giunse all’organizzazione di alcune sezioni staccate a Mogoro e Isili e successivamente a Dolianova. In questa occasione si distinse l’opera del prof. Sebastiano Broccia, allora preside, che mise in salvo la ingente quantità di libri della biblioteca oggi a lui intitolata.
Soltanto dopo la seconda guerra mondiale l’iniziativa di una nuova sede fu ripresa, dando il via nel 1953 ad un progetto seguito dall’ingegnere del Genio Civile Maurizio Bufalini, che in realtà si rifaceva a progetti d’anteguerra: il riferimento è all’architettura derivata da Marcello Piacentini, autore di palazzi di giustizia simili nell’impostazione monumentale del pronao al “Dettori”, a sua volta quasi una copia del liceo classico di Mestre, realizzato nel 1940 dagli architetti Antonio Rosso e Mirko Artico.
Il nuovo edificio, situato ai piedi del Monte Urpino in una zona che dal dopoguerra cominciò una vertiginosa espansione, è caratterizzato da una struttura in cemento armato con pianta perfettamente simmetrica e bloccata al
pari dei prospetti anteriore e laterali. L’elemento più significativo è l’altissimo pronao architravato in corrispondenza dell’ingresso principale, situato dopo una breve scalinata che permette l’accesso ad un atrio ampio e luminoso nel quale si apre una scala a forbice. La costruzione ripete poi la regolarità delle aperture in tutte le facciate, realizzate con travertino nel prospetto principale cui si aggiunge il mattone a vista in quelli laterali.

Dopo una prima fase dei lavori nel 1955-56, furono trasferite diverse classi fino all’abbandono definitivo della sede storica dei Gesuiti, passata poi al Liceo classico “Giovanni Siotto Pintor”, nato nel 1951 dalla costola del Ginnasio di S. Giuseppe, istituito nel 1858, ed oggi al Liceo Artistico.
Il 5 febbraio 1963 fu inaugurata l’Aula Magna realizzata all’interno dell’ampio cortile, e negli anni successivi furono apportate modifiche interne sia per la realizzazione di aule speciali (laboratori informatico e linguistico e nuova aula di chimica), sia per l’adeguamento alla sicurezza.
A Cagliari l’ulteriore crescita degli ultimi decenni ha imposto il ricorso all’uso di altri casamenti scolastici con aule sistemate di volta in volta presso la scuola elementare “Alberto Riva”, l’istituto tecnico commerciale “Pietro Martini” e l’istituto per geometri “Ottone Bacaredda”.
Nel 1954-55 venne aperta una sezione staccata a Carbonia, che nel 1959-60 divenne autonomo, prendendo l’attuale intitolazione ad Antonio Gramsci.

La Storia della scuola

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